Reinterpretare gli elementi operativi delle attività delle Apl alla luce delle nuove esigenze dettate dagli scenari delineati dall’evoluzione già in atto del mercato del lavoro e dalla sopraggiunta emergenza sanitaria da Covid-19: è questo l’obiettivo del documento pubblicato da Assolavoro, frutto dello studio elaborato dalle Apl associate.
Interessanti gli spunti offerti dal Position Paper che riassume in alcuni punti le proposte più significative.
La sicurezza è uno dei temi in evidenza.
- Sicurezza intesa in termini di incolumità sia tradizionalmente intesa sia dai rischi sanitari attuali derivanti da Covid -19 individuando figure di coordinamento e supporto come il Covid Manager e il Restart Manager.
- Ma anche sicurezza intesa come garanzia di stabilità. A tal proposito, citando l’interessante pubblicazione “Il mercato del lavoro: verso una lettura integrata”; Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ISTAT, INPS, INAIL e ANPAL, 2017, si sottolinea come una svolta più marcata verso il lavoro in somministrazione assicuri maggiore continuità di lavoro ed addirittura una transizione percentualmente più elevata verso la stabilizzazione degli incarichi a tempo determinato. La flexsicurity, quindi, è intesa come opportunità da cogliere: incarichi flessibili, che però risultano più stabili sul lungo periodo. In sostanza Assolavoro scrive “secondo il Rapporto “Il mercato del lavoro: verso una lettura integrata” i giovani che entrano nel Mercato del Lavoro attraverso un’Agenzia con un contratto in somministrazione hanno una maggiore probabilità di transitare in un rapporto stabile sia rispetto a chi trova una prima occupazione con un contratto a tempo determinato, sia rispetto a chi è stato assunto inizialmente con un contratto di lavoro di collaborazione o intermittente.”
- Infine, sicurezza declinata come contrasto al lavoro nero: attualmente non esiste alcuna misura di tutela dei lavoratori del sommerso una volta che sono individuati, la proposta delle Apl suggerisce “un piano di emersione dei lavoratori in nero finanziato con i proventi dell’attività ispettiva”.
Altri spunti interessanti focalizzano l’attenzione sui servizi offerti dalle Apl e la necessità di ripartire dall’alfebatizzazione informatica: certamente per i lavoratori che devono essere formati, ma, in un certo senso, anche per gli uffici della P.A. con una mappatura delle competenze e delle attività che consenta un reale dialogo tra operatori e una maggiore accessibilità alle informazioni.
Oltre a rimodulare e aggiornare i percorsi formativi per renderli sempre più attuali e orientati al placement, si elabora l’idea di open badge individuali, in cui poter inserire le informazioni sui percorsi formativi e le esperienze svolte dal lavoratore. Si prospetta quindi anche la necessità una P.A. più agile “un quadro organico delle procedure semplificabili e digitalizzabili, assieme a un ricorso sostenuto alla sussidiarietà; una rete interna a tutta la P.A. che renda veramente dialoganti i vari ambiti e accessibili le informazioni relative ai lavoratori o a chi cerca un lavoro per tutti gli Operatori qualificati”.
[ Autore: redazione Fonte: assolavoro.eu ]